La mia vita

Uno dei due candidati attualmente riconosciuti come il XVII Karmapa parla con Nicole Chabot di insegnanti, meditazione e del giocare con Angry Birds.

I pochi eletti

Karmapa Trinlay Thaye Dorje

Sono nato a Lhasa, in Tibet, ma all’età di dieci anni mi sono trasferito in India e quindi sono cresciuto soprattutto in quel paese. La casa della mia famiglia era semplice; piacevole e accogliente. Mio padre è un insegnante Nyingma (la più antica delle quattro principali scuole del buddhismo tibetano), il suo nome è Mipham Rinpoche, e mia madre discende da una famiglia nobile del Tibet orientale. Molta gente veniva a visitare mio padre per chiedergli consigli. Mia madre era sua allieva e assistente. I miei genitori sono stati anche i miei precettori e hanno passato molto tempo a dare lezioni individuali a me e a mio fratello [che è stato riconosciuto come una reincarnazione di un grande maestro dei Sakya – un’altra scuola importante del buddhismo tibetano]. Mio padre conduceva le lezioni principali; mia madre si occupava di farci ripassare.

Avevo undici anni quando fui riconosciuto come il Karmapa [guida della scuola Karma Kagyu del buddhismo tibetano], ma ero un po’ troppo giovane per potermene rendere conto pienamente. Ho iniziato la mia educazione [per quel compito] nello stesso anno, educazione basata sullo studio dei grandi testi buddhisti di filosofia, pratica e meditazione, sul ricevere la trasmissione delle iniziazioni, e sull’apprendimento della lingua inglese. Kunzig Shamar Rinpoche è stato il mio insegnante principale, ma ho anche avuto la fortuna di vivere a fianco di molti altri grandi precettori, inclusi i miei genitori che considero i miei primi insegnanti.

Scuole di pensiero

Il buddhismo tibetano si fonda sulla pratica di compassione e saggezza nella propria vita quotidiana e la nostra scuola vi si dedica sulla base di un lignaggio particolare chiamato la trasmissione del Grande Sigillo [Mahamudra] e i Sei Yoga di Naropa. Questi sono termini particolari che in effetti si riferiscono anche ad altre pratiche molto simili studiate e applicate dal resto delle scuole tibetane al fine di giungere a una profonda comprensione della vita. La differenza principale fra il buddhismo tibetano e altre forme di buddhismo è l’uso della lingua tibetana. Inoltre, la pratica è soprattutto quella della Via di Diamante [Vajrayana], che rappresenta uno dei tre principali percorsi buddhisti – abbastanza diversa dalla Grande Via [Mahayana], che viene praticata soprattutto in Cina, e dalla Via degli Antichi Insegnamenti [Theravada], che viene praticata in prevalenza nel resto dei paesi di cultura buddhista, a partire dall’India dei giorni nostri. Nella loro essenza questi tre percorsi buddhisti sono identici, ricercano la liberazione da pensieri disturbanti e il raggiungimento di una chiarezza che permette armonia.

Bistecca e insalatina

In termini generali, sebbene il percorso buddhista sia ben noto come una via inoffensiva, il vegetarianesimo non coincide esattamente con la definizione di buddhismo. Se un buddhista può essere vegetariano e decide di farlo, è ottimo. Per qualcuno però può non essere possible fare questa scelta per ragioni di salute. Per esempio, probabilmente a causa dei miei geni tibetani, una rigida dieta vegetariana non si addice veramente al mio corpo. Quando un buddhista non-vegetariano consuma carne deve mantenere consapevolezza e compassione per quell’essere, non dovrebbe derivarne piacere o sviluppare un attaccamento per quel cibo.

Fra le righe

La maggior parte del mio tempo ruota attorno a pratica e insegnamenti, e sebbene ci possano essere talvolta questioni mondane connesse al lignaggio [due diversi candidati sono stati incoronati con il titolo di XVII Karmapa, dando origine a numerose controversie] non ho molto tempo da dedicare a questi aspetti. Sono stato riconosciuto dal Karmapa con la corona rossa [Shamarpa], il secondo più importante detentore del lignaggio Karma Kagyu, quindi a meno che non mi si chieda qualcosa al riguardo, io di solito non ci penso affatto. Una giornata tipica per me consiste nell’alzarmi, meditare, mangiare, incontrare persone, studiare, a volte insegnare, a volte ricevere visitatori, e poi mangiare nuovamente, meditare nuovamente, riposarmi e dormire. Nel tempo libero mi piace fare cose che fanno in genere tutti i miei coetanei: leggere sul mio iPad, guardare video su YouTube, e a volte perfino giocare con Angry Birds.

Una conoscenza della ricchezza

Il mio compito principale nel mondo è lo sviluppo e la salvaguardia della comunità monastica buddhista [sangha], siccome è in declino. Si tratta di una tradizione rimasta ininterrotta fin dai tempi dell’illuminazione del Buddha.

La ricchezza è essenziale per permettere ad ogni società di svilupparsi e crescere in piena armonia – e la più importante tra tutte le ricchezze – è quella interiore, cioè le qualità e i valori umani che sono profondamente radicati in noi. Al fine di giungere alla realizzazione, io chiedo ai miei studenti – così come faccio io stesso – di praticare regolarmente consapevolezza, di generare compassione e saggezza. Sto anche cercando di avviare scuole in grado di offrire un buon livello generale di educazione e che promuovano al contempo la consapevolezza della ricchezza interiore.

Società civile

Il futuro del buddhismo tibetano è aperto – esiste sempre spazio per cambiamenti. Io ritengo che i rapporti fra il buddhismo e la politica possano essere armoniosi, visto che la spiritualità è una libertà esercitata da ogni individuo e la politica si rende necessaria qualora esista una società. Ma quando i valori umani – ad esempio la nostra ricchezza interiore – vengono dimenticati, allora non c’è alcun beneficio né per la spiritualità né per la politica, e si sviluppa un cattivo rapporto fra questi due aspetti. In tempi come quelli odierni, forse la cosa migliore è che i due cerchino un buon avvocato e ottengano un divorzio. Inoltre, il sistema dei tulku [le reincarnazioni dei grandi lama] ha funzionato bene ma noi lama reincarnati dovremmo pensare e chiederci seriamente se questa tradizione è ancora in grado di apportare benefici agli esseri senzienti nel ventunesimo secolo.

Questa è la mia quarta visita a Hong Kong. Sono stato invitato dai miei studenti qui per condividere gli insegnamenti del Buddha, per offrire conferenze, tenere sessioni di domande e risposte, e conferire iniziazioni, per cercare di contribuire al benessere, alla prosperità e al beneficio di tutti gli esseri senzienti e, in particolare, della gente di Hong Kong.

 

[Post Magazine, 3 febbraio 2013]

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