È sempre sbalorditivo constatare come le intuizioni dirette sulla natura della realtà — sviluppate da un giovane e coraggioso ricercatore della verità 25 secoli fa nel laboratorio della propria mente — vengano sempre più spesso confermate oggigiorno dalle ‘miracolose’ scoperte dei moderni santuari della scienza contemporanea.
È di qualche settimana fa l’ennesima prova di quanto lo spazio nel quale siamo immersi non sia da considerare come un vuoto siderale in cui nulla appare, ma bensì come un vivido contenitore, in grado di collegare ogni cosa e pregno del potenziale di ogni esperienza.
Un concetto affascinante, che espande la nostra abituale visione dualistica della realtà e che il Buddha espresse così efficacemente con la formula: la forma è vacuità, la vacuità è forma; forma e vacuità inseparabili è la natura di ogni fenomeno. Continua a leggere→