“La cosa più importante non è quanto vi amate l’un l’altro, ma ciò che riuscite a fare assieme per gli altri.”
Lama Hannah Nydahl
Il Buddha ha insegnato che tutti gli esseri possiedono il potenziale per ottenere l’illuminazione: per avere esperienza diretta dell’autentica natura della mente. Questa natura è chiamata in sanscrito Tathagatagarbha, oppure Dharmakaya, o più semplicemente natura di buddha: ciò che è non-nato ed esula ogni tipo di classificazione. Tutti gli esseri senzienti, senza eccezioni, hanno la natura di buddha, la purezza e la perfezione intrinseca della mente, indipendente dai mutevoli stati mentali.
Il Mahayana Uttaratantra Shastra è uno dei cinque trattati che si dice furono dettati ad Asanga, in uno stato di profonda meditazione, dal bodhisattva Maitreya: presenta gli insegnamenti definitivi del Buddha riguardo le basi dell’illuminazione e chiarifica la natura e le qualità della buddhità.
“Si ha potere sulla propria mente, non sugli eventi esterni. Realizza questo e troverai la tua forza.”
Marco Aurelio (121 -180)
“Il pensiero che presto sarò morto è lo strumento più importante che abbia mai incontrato per aiutarmi a prendere le grandi decisioni della vita. Perché quasi tutto — tutte le aspettative esteriori, tutto l’orgoglio, tutte le paure di imbarazzi e fallimenti — queste cose semplicemente scompaiono di fronte alla morte, lasciando solo ciò che è veramente importante.
Il pensiero che comunque morirai è il modo migliore che conosco per evitare la trappola del pensare che ci sia qualcosa da perdere. Sei già nudo. Non c’è nessuna ragione per non seguire il proprio cuore.
Il tuo tempo è limitato: non sprecarlo cercando di vivere la vita di qualcun altro.”
[estratto da un discorso a Stanford University, Steve Jobs, fondatore ed ex-CEO di Apple Corp., (2005)]
Tutte le cose esistono solamente in relazione ad altre cose. Senza una sinistra non può esserci una destra. Se non c’è caldo, non c’è nemmeno freddo; se non c’è lungo, non c’è nemmeno corto; se non esiste un “io”, non può esserci nemmeno un “tu”. Niente esiste indipendentemente.
Ne consegue quindi che se non c’è un oggetto separato da conoscere, non ci può essere niente di separato che lo conosce. Se l’oggetto della percezione non esiste veramente in maniera indipendente, allora non esiste nemmeno la mente che lo percepisce.
I momenti di percezione che costituiscono la mente non hanno alcuna realtà indipendente; la loro esistenza dipende dagli oggetti percepiti. Se non c’è suono, non c’è nemmeno coscienza uditiva. La facoltà concettualizzante della mente delinea il mondo esterno, eppure nemmeno quella conoscenza ha alcuna personale realtà indipendente.
Sia la percezione che il suo oggetto sono irreali in se stessi, nient’altro che proiezioni mentali. La mente è la fonte di ogni cosa, eppure la mente non esiste incondizionatamente.
[estratto da A change of expression, part 2, Shamar Rinpoche in Buddhism Today, Vol 9 (2001)]
È importante mantenere la connessione con i praticanti, che essenzialmente significa cercare di vederli sempre al livello più alto possibile o, perlomeno, concedere loro il beneficio del dubbio. Cercate sempre di pensare ai vostri amici del Dharma nel modo migliore.
Mantenere la connessione con gli studenti sulla via significa che siamo amici con coloro che ci sono attorno, con le persone che praticano con noi. In questo modo riceveremo benefici da tutto ciò che fanno e che imparano. Nel momento in cui andiamo contro di loro, tutto questo lo perdiamo e non otteniamo alcun beneficio. C’è come un circolo energetico fra tutti noi, e chiunque sia generoso o mediti bene, protegge gli altri, dona qualcosa di utile a tutti noi, tutti cresciamo, tutti ci innalziamo. Mentre se andiamo contro gente che non ci piace, il livello si abbasserà. Perché ci tagliamo fuori da questo anello.
[estratto da 108 Domande, Lama Ole Nydahl, (2011) I Libri di Marpa]
Un praticante serio deve tener presente questi tre punti:
XVII Karmapa Trinley Thaye Dorje
“Di tutte le pratiche, quella che, attraverso le sue benedizioni, soddisferà i nostri obbiettivi e le nostre aspirazioni più rapidamente è il Guru Yoga (tib. Lamé Naljor).
Guru Yoga significa letteralmente “unione con la natura del guru” ed è la quintessenza e la base di tutte le pratiche, sia preliminari che principali.
È l’insegnamento ultimo, e al tempo stesso la pratica che può essere realizzata da chiunque, indipendentemente dalle proprie capacità, siano esse superiori, medie o ordinarie. Per dissipare gli ostacoli, facendo progressi nella nostra pratica e ricevendone le benedizioni, non esiste una meditazione migliore del Guru Yoga.”
[Da Guru Yoga, Dilgo Khyentse Rinpoche, Snow Lion, 1999]
“Lo strabico ingannevolmente vede una lampada come se fossero due. La visione e colui che vede sono uno.”
“The cross-eyed fool sees one lamp as two; The vision and the viewer are one.”
[Da Saraha’s Dohakosa: The Royal Song]
Saraha è considerato il principale tra i grandi mahasiddha indiani del suo tempo, tra i principali detentori degli insegnamenti del Grande Sigillo (sanscr. Mahamudra) ed è conosciuto come una delle precedenti incarnazioni del Karmapa.