La mala è un filo di grani che molti buddhisti usano quando recitano i mantra. È uno strumento pratico e allo stesso tempo pieno di simbolismo. Di solito una mala consiste di centootto grani più piccoli e di un grano più grande che rappresenta uno stupa. La parte appuntuta e superiore di questo piccolo stupa rappresenta lo “stato di verità” che è raggiunto quando si è realizzato che non è possibile trovare un ego o un “io” realmente esistente in modo indipendente e duraturo. Nello “stato di verità” tutte le qualità della mente possono manifestarsi liberamente. La parte rotonda del “grano stupa” mostra a sua volta la gioia che appare quando l’illusione di un ego scompare e tutte le energie che solitamente sono limitate da speranze e paure, da concezioni rigide e dalle preoccupazioni sul passato e sul futuro, vengono liberate. Simbolizza anche l’enorme gioia che si manifesta quando si è liberi da qualsiasi tipo di gioco o di artificiosità.
Quando realizziamo che non c’è alcun ego, e conseguentemente sperimentiamo la grande gioia che questa la realizzazione comporta, allora le qualità che otteniamo si mostrano, a livello relativo, sotto forma di diverse attività e azioni di bodhisattva.
Quando si usa una mala si recita un mantra per ogni grano. Si gira il pollice in senso orario su ogni grano e, quando si arriva al “grano stupa” si gira e si riprende a sgranare la mala nel verso opposto. Questo rende l’uso della mala più semplice perché i grani non saranno troppo stretti sul filo quando li si muove.
Durante la meditazione il massimo è essere totalmente consapevoli della forma del buddha che richiamiamo alla mente davanti o sopra di noi. In questa fase della meditazione possiamo usare la sensazione della mala e la ripetizione del mantra per rafforzare l’esperienza dell’essere nel campo di consapevolezza e benedizione del buddha. In questo tipo di meditazione si ha un approccio completo in quanto la consapevolezza della mente è con il buddha, la parola con il mantra e il corpo con la mala. Quando a volte capita, e capita spesso, che la mente non è focalizzata o che la parola perde qualche mantra, una parte della nostra consapevolezza sarà ancora in meditazione grazie al movimento della mala nella mano. In questo modo la mala può veramente essere di beneficio.
Ci sono diverse spiegazioni sul perché la mala ha 108 grani. Ad esempio possiamo pensare che ci sono otto diversi tipi di coscienza. Primo, ci sono cinque tipi di coscienza relative ai sensi: gusto, olfatto, vista, tatto e udito. Il sesto tipo è un livello di coscienza che ha una funzione di tenere un occhio su ciò che accade, come se fosse un poliziotto. Il settimo tipo è la coscienza che elabora il linguaggio, i simboli e la percezione e l’ottavo è la “coscienza deposito” che potremmo paragonare al nostro subconscio. Dopo aver raggiunto la completa illuminazione, questi otto tipi di coscienza saranno trasformati in una perfetta consapevolezza intuitiva in grado di conoscere tutto. In questo stato, le cose non sono più sperimentate solamente attraverso i sensi, ma anche direttamente attraverso le vibrazioni di ogni atomo del nostro corpo. Questo stato è possibile perché lo spazio è, per sua natura, in essenza consapevole. Questa condizione è possibile perché lo spazio è per sua natura in essenza consapevole. Lo spazio non è un buco nero o qualcosa che separa le cose, ma un collegamento con l’informazione che contiene. Quando gli otto tipi ordinari di consapevolezza si trasformano nella “consapevolezza che conosce e realizza tutto”, cento aspetti di buddha, quarantadue buddha pacifici e cinquantotto irati, si risveglieranno dentro di noi. Quindi il numero dei grani, centootto, rappresenta gli otto tipi di coscienza con cui la nostra mente funziona in modo ordinario e i cento buddha che si manifesteranno quando la mente realizzerà la sua natura illuminata.
Quando si fanno le prosternazioni, si raccomanda l’uso di una mala più piccola, un quarto di quella completa, che contiene ventisette grani, una grandezza che generalmente si adatta a qualunque tipo di mani.
Molte persone estendono la funzione della mala aggiungendo degli altri “contatori”. Nella nostra tradizione kagyü si inseriscono dopo il decimo grano – da entrambi i lati – e, se ne usiamo due paia, li mettiamo dopo il decimo e dopo il ventesimo grano.
Mala di vari materiali
Le mala possono essere fatte in materiali diversi, ognuno dei quali è particolarmente adatto per diversi aspetti di buddha. Sia il seme di loto, sia il legno dell’albero della bodhi sono i materiali adatti per recitare tutti i mantra. Il seme di loto è un nome romantico per i semi di un pero cinese. Queste mala sono solitamente fatte in Cina ed esportate via il Nepal e Hong Kong. Le mala fatte dall’albero della bodhi sono realizzate con il legno dello stesso tipo di albero sotto il quale il Buddha stava seduto quando raggiunse lo stato di piena realizzazione della mente. La forma e la grandezza di questi grani può variare considerevolmente. Ci sono generalmente due tipi di grani fatti con l’albero della bodhi: un tipo ha “il sole e la luna”, mentre l’altro ha un triangolo intagliato nei grani. Quelli con i triangoli vanno particolarmente bene per le pratiche dei protettori. L’albero della bodhi e il seme di loto possono trattenere l’energia di tipo pacifico, di protezione, di arricchimento e di fascinazione, così come pure tutti i tipi di mantra. Entrambi sono anche materiali piacevoli perché non si scaldano né si raffreddano al contatto e sono relativamente leggeri.
Tra gli altri materiali usati per le mala, ambra e legno di sandalo sono particolarmente popolari. Le mala di legno di sandalo non sono tra le più durature perché il legno è tenero, ma la loro fragranza è molto piacevole. Le mala fatte di osso o di ematite, una pietra molto pesante, sono fatte appositamente per le pratiche dei protettori.
Se si vuole essere sicuri di avere una mala di buona qualità, i materiali raccomandati sono l’albero della bodhi, il seme di loto, e l’ambra. Altri materiali possono naturalmente andar bene lo stesso. Si può scegliere il colore della mala per farlo combaciare con l’aspetto di buddha sul quale si sta praticando, per esempio nero o blu/nero per Mantello nero, verde per Tara Verde, bianca per Occhi Amorevoli, blu per il buddha della Medicina
Si dice che è segno di buon stile se riusciamo a contenere la nostra mala nel pugno: se è troppo grande può essere un segno di orgoglio. Per quel che riguarda il filo, è una buona idea avere un filo piuttosto tirato per i mantra brevi ed uno più lento per quelli più lunghi. Generalmente, la sensazione dell’uso di una mala è migliore se è fatta con un filo spesso e morbido.
Lama Ole Nydahl