Due tipi d’amore
Di base esistono due concezioni diverse di ciò che viene comunemente definito con il controverso termine “amore”. In quella più comune l’amore è visto come pieno d’aspettative e teso a ottenere qualcosa dall’altro; nell’altra comporta un atteggiamento di libertà e di dono. L’”amore che prende” si collega a concetti quali attaccamento, gelosia, rabbia ed egoismo, mentre l’”amore che dà” è sostenuto dalla visione buddhista che comporta amore, compassione, gioia condivisa ed equanimità.
Nel caso, peraltro diffuso, in cui proviamo un amore egocentrico, lo spazio della nostra consapevolezza si restringe e s’impoverisce. Tutto è limitato, viviamo nel passato o nel futuro e ci concentriamo solo su ciò che non è stabile né duraturo. Sprechiamo le nostre energie in un continuo alternarsi di stati d’animo e proviamo di volta in volta emozioni di gioia e di sofferenza, ma che in fondo non ci lasciano nulla di veramente significativo e persistente.
In un intrico di sentimenti pieno di ansie e di paure non riusciamo a soffermarci su ciò che accade nel presente, e di conseguenza non possiamo afferrare la felicità né viverla pienamente. Al contrario, ci focalizziamo su ciò che è stato o sarebbe potuto essere, oppure guardiamo al futuro pieni di aspettative. Non fidandoci del presente, nella vita quotidiana pretendiamo continuamente dall’altro che ci dia certezze, anche se ciò interrompe il flusso del “qui e ora”. Questo spinge chi è debole a fare promesse vane perché non è in grado di affrontare il futuro o vuole proteggere chi gli sta vicino. Un atteggiamento protettivo dà certo una temporanea sensazione di sicurezza, ma non può offrire alcuna condizione duratura per una vera felicità, né tantomeno la possibilità di una crescita spirituale. Al contrario, l’attaccamento eccessivo al partner provoca una sempre maggiore insicurezza e allontana entrambi dal vero scopo, la possibilità di crescere insieme.
La relazione diventa difficile quando ci aspettiamo che sia il partner a renderci felici. Ci concentriamo solo su noi stessi, ci sentiamo intrappolati e prigionieri del quotidiano, e il rapporto esclusivo che si forma nella coppia lascia poca apertura verso gli altri. Questo comportamento a lungo andare distrugge il rapporto di fiducia tra i partner e anche il piacere di stare insieme si esaurisce in fretta. La vera felicità infatti sorge sempre come un dono, mentre un atteggiamento calcolatore riduce la possibilità di far rinascere qualcosa di buono dalla relazione. Chiusi nelle proprie aspettative, si diventa inevitabilmente sempre più difficili e attenti solo ai propri bisogni. Di conseguenza ogni interferenza nella nostra naturale relazione con il mondo, mancando vera fiducia, diventa un ostacolo nel nostro percorso verso la crescita personale. Persino il migliore dei rapporti si deteriora quando per essere felici abbiamo sempre più bisogno di qualcosa che provenga dall’esterno: è una vera sconfitta quando una coppia non basta più a se stessa e diventa dipendente da stimoli e beni esteriori. Ma la vita è troppo breve per essere sprecata in relazioni superficiali e, nel caso i partner non abbiano figli, dovrebbero andare alla ricerca di qualcuno che li ami per quel che offrono e per quel che sono.
Le cose però possono anche andare in modo diverso. Come dimostrano tanti legami felici, stando insieme ci si può arricchire enormemente e crescere entrambi. Nell’istante stesso in cui un uomo e una donna si guardano negli occhi per la prima volta essi prendono, sia pure inconsapevolmente, numerose decisioni. Anche se spesso il primo pensiero è “Che bella donna! Sarà mia!” oppure “Che uomo! Lo voglio aggiungere alla mia collezione!”, nel contempo emerge un primo desiderio di intimità, che può svilupparsi fino a diventare un amore ardente. All’inizio l’attrazione fisica può essere meno intensa di quel che si vorrebbe, ma se ci sono molte altre cose in comunesi può comunque sviluppare un rapporto sereno e appagante. L’importante è che all’interno della coppia entrambi aspirino al dono, alla condivisione e all’unità.
Per questo è importante osservare, fin dall’inizio, in che modo l’amore si delinea, interrogandosi su alcune questioni fondamentali: “Che cosa potremmo diventare insieme? Condividiamo valori comuni, la stessa visione del mondo, il background culturale? Ci conosciamo veramente o siamo solo attratti da un estraneo? Saremo capaci anche in futuro di regalarci gioia e libertà e di dare felicità anche ad altri grazie alla nostra relazione? Quando siamo insieme, siamo veramente noi stessi o interpretiamo dei ruoli, che sono di moda in questo momento o in linea con i nostri tempi?”. È naturale che ognuno cerchi di vendersi al meglio. ma ci si deve chiedere se dietro questa facciata c’è davvero qualcosa di duraturo su cui sia possibile fare affidamento. Se la risposta alle domande poste sopra è negativa, nulla vieta di godere di un bel viso o di un corpo forte e sano: ma senza perderci troppo tempo, equilibrio e libertà!
Se invece i due partner si corrispondono in tutto e per tutto, allora il loro incontro genera una sovrabbondanza, una ricchezza che si desidera condividere e donare. Dalla forte attrazione reciproca sorge un’esperienza immediata e nasce un rapporto gioioso. Ma la felicità duratura e appagante sorge dalla fusione di “io” e “tu” in “noi”: in amore tutto fiorisce quando ci si completa e si diviene una cosa sola, quando si riesce ad essere presenti per il partner e a sostenersi a vicenda. Grazie a questa abbondanza che scaturisce da una relazione felice, si offre spontaneamente la propria energia nel mondo e ci si rende conto, appagati, di come anche gli altri vorrebbero essere parte di questa crescita. In questo genere di relazioni, che entrano così in profondità e producono sentimenti tanto intensi, ogni situazione diventa un’occasione di progresso nel cammino spirituale, perché si acquista familiarità con il mondo esterno e con quello interiore. In definitiva, non esiste uno specchio più adatto per vedersi meglio e migliorare.
Una relazione che vale la pena di essere vissuta non conosce drammi e ci offre la possibilità di crescere spontaneamente su tre livelli allo stesso tempo: quello fisico, il livello che porta amore e protezione, quello interiore, che fornisce la base per una piena maturazione, e quello segreto, più profondo, nel quale si diventa gradualmente una cosa sola. Questa condizione è percepibile nelle coppie più equilibrate, i cui figli provano una naturale fiducia in quanto sentono questo senso di profonda unione come una sorta di benedizione costante che li rende particolarmente sicuri e tranquilli.
Una relazione che vale la pena di essere vissuta inizia nel momento in cui per i due partner il benessere dell’altro è più importante del proprio sviluppo. Se si è felici di trattare una donna come una regina e un uomo come un re, la crescita di entrambi non conoscerà limiti. Con quest’attitudine, che porta accrescimento, nasce e si svilupa un amore pieno e completo.
[estratto da Il Buddha e l’Amore, Lama Ole Nydahl, (2006) Mondadori]