Ci sono due tipi di sangha: il sangha ordinario e quello realizzato o “nobile”. Il sangha ordinario include tutti i praticanti dell’approccio buddhista. In generale, questi praticanti non hanno ancora raggiunto uno stato di realizzazione o, in altre parole, un livello di bodhisattva. Non hanno una comprensione diretta della natura della mente perché sono ancora sottoposti alla contaminazione di emozioni disturbanti e oscurazioni concettuali. Comunque le loro menti sono stabilmente orientate verso tutto ciò che è positivo e hanno una forte aspirazione ad agire sempre nel modo migliore.
Quando prendiamo rifugio, cerchiamo veramente qualcosa che ci protegga dalla sofferenza del ciclo delle esistenze condizionate. Solamente esseri realizzati, dal primo livello di bodhisattva in su, hanno la piena capacità di fornirci tale protezione. Nelle scuole del grande veicolo (Mahayana), il sangha contiene almeno un bodhisattva che ha realizzato almeno il primo livello di realizzazione. Tuttavia, perlomeno in termini relativi, anche i nostri amici e coloro che ci aiutano sul percorso ci possono dare una certa forma di protezione sulla via verso l’illuminazione.
I membri più esperti nel nostro centro locale della Via di Diamante ci possono ispirare profondamente semplicemente dandoci un buon esempio attraverso il loro comportamento. Queste persone agiscono da un punto di vista che trascende il personale e lavorano per gli altri allo stesso modo di coloro che vengono invitati nei centri per insegnare. Aiutano a garantire che non andiamo alla deriva e ci danno il feedback necessario a scoprire per conto nostro che lo spazio è gioia estatica, dimostrando uno stile di vita funzionante e una crescita umana convincente. Quindi anche questi praticanti possono essere generalmente considerati una fonte di rifugio.
Naturalmente, quando cerchiamo il rifugio dei risultati, il rifugio a cui tendiamo come meta assoluta, dobbiamo andare oltre lo stato degli esseri ordinari. I praticanti realizzati sono coloro che vedono direttamente che l’autentica natura della mente è “chiara luce” e che ogni emozione disturbante presente temporaneamente non ha alcuna essenza reale.
Secondo il sutra “Ricordare i tre gioielli, questi praticanti hanno pacificato la sofferenza del samsara perché hanno raggiunto il “sentiero della visione” (equivalente al primo livello di bodhisattva) e ciò è sinonimo della diretta percezione della vacuità. Anche se incontrano circostanze indesiderabili o sofferenze di ogni tipo, il bodhisattva non ne è influenzato perché vede che tali fenomeni sono vuoti di esistenza intrinseca.
Il sutra descrive come eccellente il loro intraprendere costantemente comportamenti positivi e afferma che la loro pratica è basata su una percezione profonda degli insegnamenti. Ciò significa che hanno una consapevolezza specifica di tutti gli stati stabili di meditazione e che praticano ognuno di essi senza confonderli o mescolarli l’uno con l’altro. Inoltre, praticano semplicemente e direttamente; senza mai cadere in stati limitanti della mente come per esempio credere che certe cose esistano veramente (realismo) o che non esistano per niente (nichilismo). Quindi essi meritano il nostro rispetto e sono un autentico oggetto di rifugio.
[estratto da Taking Refuge in the Sangha by Manfred Seegers, in Buddhism Today, Vol 7 (2000)]