Puoi spiegaci tutte le fasi della meditazione del guru yoga.
In generale, l’inizio e la sequenza delle meditazioni buddiste è la stessa. Si osserva il proprio respiro e si richiamano alla mente i quattro pensieri fondamentali che riguardano il prezioso corpo umano, l’impermanenza, la causalità e le ragioni per raggiungere la perfezione. Ci si focalizza sui quattro pensieri fino a quando si comprende che ci riguardano direttamente.
Prima che troppe idee ingombrino questa comprensione, si prende rifugio con gratitudine, si rivolge la mente verso l’illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri e si passa poi alla fase di creazione. In questa meditazione consiste nel lasciare che l’insegnante in cui si ha piena fiducia appaia inseparabile dal XVI Karmapa e dal lignaggio kagyu – con un aspetto tanto “tibetano” quanto si desidera (cioè lasciando apparire gli eventuali aspetti culturali che desideriamo intorno a lui). Deve comunque sempre essere presente la Corona Nera. La sua forma apre il subconscio degli esseri e fa sì che siano possibili veloci cambiamenti nel proprio carattere. Questa è la fase di creazione.
Segue poi la fase di iniziazione al corpo, alla parola e alla mente del lama. Vengono conferiti tramite le tre luci in sequenza, fino all’iniziazione suprema del Grande Sigillo che avviene con le tre luci contemporaneamente. La capacità della mente diviene quindi più acuta grazie alla ripetizione delle sillabe e del mantra.
Poi si dissolve il lama in luce, lo si fonde con l’esperienza del proprio corpo, e — a seconda del diverso livello di abilità — tutto quanto, a livello interno ed esterno, si dissolve e ritorna nello spazio. Ora rimane solo consapevolezza radiosa. Da questo stato di consapevolezza si riconosce la non separazione di spazio e di ciò che appare nello spazio, e la mente diventa senza limiti.
Prima che la mente ritorni non chiara o le abitudini diventino predominanti si lascia apparire un mondo puro. Tutto ora è fresco ed emozionante e il potenziale della mente mostra la sua ricchezza in tutto ciò che accade, internamente ed esternamente. Tutti gli esseri senzienti hanno la natura di buddha e — anche se a livello assoluto tutto è vero solo per il fatto che possa accadere — a livello relativo si è liberi di creare le circostanze che desideriamo. Questa libertà convince il praticante della propria natura e del proprio potenziale di buddha. Ed è ciò che distingue sempre la Via di Diamante: il praticante non lascia mai la terra pura. Al contrario, a seconda delle capacità sviluppate, chi medita rafforza la purezza della propria esperienza nell’attività di tutti i giorni, fino a quando potrà nuovamente rafforzarla in pieno nella meditazione successiva.