Quanto-Buddha? Tanto tanto.

L'acceleratore di particelle del CERN

Copenhagen, la tua città natale, è il luogo dove è stata formulata la famosa “interpretazione di Copenhagen” della meccanica quantistica e la città da dove il buddhismo tibetano ha iniziato a diffondersi in occidente. È una bella coincidenza, vero?

Abbiamo fondato il nostro primo gruppo di meditazione a Copenhagen, la stessa città in cui Niels Bohr cooperò con Werner Heisenberg, Erwin Schrödinger, e altri scienziati. Al momento nel mondo abbiamo più di 650 gruppi e centri della scuola Karma Kagyu, sotto la guida spirituale del diciassettesimo Karmapa Thaye Dorje.  In ogni grossa città europea puoi seguire lezioni di fisica quantistica all’università locale e puoi imparare a meditare nel nostro centro. Tutti ora hanno la possibilità di fare confronti interessanti fra le scoperte della fisica sul mondo esteriore e i risultati della meditazione che puntano direttamente al mondo interiore.

Spesso affermi che il buddhismo, verso il mondo interiore, usa la stessa precisa osservazione attraverso cui la scienza esamina il mondo esteriore. Possiamo dire che la meditazione buddhista è un metodo scientifico?

Si può paragonare la meditazione buddhista ad un laboratorio che offre gli strumenti migliori per esaminare la propria mente in dettaglio.

Non c’è alcun dubbio ragionevole che gli eventi siano tutti correlati fra loro, e non è possibile osservare cose nel mondo esteriore senza cambiarle. Anche l’osservazione interiore dei processi mentali — un contesto governato dagli stessi criteri — è una attività scientifica. In entrambi i casi quantità esorbitanti di fattori diversi si influenzano a vicenda, ma il buddhismo aggiunge la dimensione dell’illuminazione.

È di grande beneficio riconoscere che c’è un centro inalterabile, uno spazio osservatore:  la mente. È consapevole e ci dà un punto di vista assoluto su ciò che succede. Questo non si trova in altre discipline e produce una massiccia trasformazione, una cosa unicamente buddhista. Quando si medita di più, si comincia a notare che cosa c’è fra i propri pensieri e dietro di loro, che cos’è che conosce i pensieri. Questo processo è un qualcosa di completamente soddisfacente, ricco e meraviglioso in sè. Poi quella esperienza sempre più forte della mente perfetta in sè — indipendente da pensieri, sensazioni o qualunque altra cosa — induce un’esperienza di sicurezza duratura. Non c’è nessun altro obbiettivo.

Ciò che è veramente interessante è quel potenziale che rende possibili i pensieri, quella chiarezza che conosce e comprende, e quella essenza illimitata in cui i pensieri spariscono nuovamente. Gradualmente, il fatto di avere pensieri, sensazioni, e innumerevoli altre qualità — potere, ricchezza, e potenziale della mente — diventa più importante della tonalità emotiva piacevole o difficile dei pensieri e sensazioni che ci si presentano.

È interessante notare come le stesse intuizioni sorgano sia che si guardi al mondo esteriore attraverso telescopi, microscopi, e acceleratori di particelle, sia al mondo interiore attraverso la meditazione. Qui i buddhisti hanno veramente il primato; 2500 anni fa il Buddha disse: “La forma è vacuità, la vacuità è forma. Forma e vacuità non possono essere separate.” Al giorno d’oggi i praticanti della Via di Diamante potrebbero esprimerlo così: se non c’è niente, diciamo che è l’essenza di spazio della mente; se appare qualcosa di esteriore o interiore, è il libero gioco della mente; e il fatto che entrambe queste esperienze possono esserci è l’espressione illimitata della mente.

È anche interessante il fatto che la semplice ossevazione modifica l’oggetto; si influenza e colora ogni esperienza. Il Buddha ci dà spiegazioni molto precise e dettagliate sulla scienza della percezione che descrivono la “normale” percezione inferenziale e la percezione diretta che avviene quando la mente è in uno stato non-concettuale.

L’osservatore cambia l’osservato perchè tutto è parte di una stessa totalità. Quindi ogni distinzione che separa soggetto e oggetto in due entità indipendenti è puramente artificiale. Anche se i sensi degli esseri forniscono esattamente l’informazione contraria perchè non conoscono la mente. Riuscire a fare questa distinzione crea uno schema mentale molto forte e duraturo. Servono anni di meditazione per poter iniziare seriamente ad averne esperienza.

 

[estratto da Interview with Lama Ole Nydahl in From buddhism to science and back, (2007) ITAS, Vélez-Màlaga, Spain]

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