Cosa accade quando un giovane e ‘irriverente’ redattore di una rivista universitaria incontra un insegnante ‘non convenzionale’ come Lama Ole Nydahl? Il risultato è questa vivace conversazione che risale al primo periodo della diffusione del Buddhismo della Via di Diamante nel Regno Unito. L’intervista fu pubblicata su Varsity, il settimanale studentesco indipendente dell’Università di Cambridge. Lama Ole Nydahl diede pochi giorni dopo i suoi primi insegnamenti a Cambridge su invito di Stephen James, che al tempo era studente presso la locale università.
Rock n’ Roll Buddha
Conversazione fra Matthew Arlidge e Lama Ole Nydahl tra spiritualità e motociclette. Varsity Magazine, 28 ottobre 1994.
Date un’occhiata critica alla fotografia qui sopra e ditemi cosa vedete. Una elegante macho-star di Hollywood? Un mercenario senza patria di ritorno da una battaglia contro le forze della SPECTRE? O forse addirittura un muscoloso buttafuori della Quinta strada? Beh, amici miei, risposta sbagliata!
Si tratta, infatti, di Lama Ole Nydahl, un maestro di meditazione danese della tradizione buddhista Karma Kagyu. Una sorpresa? Per me lo è stato sicuramente. “Ma non dovrebbe essere un po’ più pelato di così?” ho pensato, “E dov’è il vestito color zafferano? E poi, non dovrebbe starsene svolazzante qualche metro al di sopra del Tibet cantando in modo incomprensibile?”. Ovviamente, se la mia conoscenza del buddhismo non si basasse esclusivamente che su alcune sequenza del “Piccolo Buddha” questi pensieri non mi sarebbero mai passati per la testa. Ma purtroppo, fino a qualche giorno fa, io, così come molte altre persone, avevo marchiato questa “religione” in continua crescita in Occidente come un cocktail misterioso fatto di tagli di capelli estremi e concetti molto anni Sessanta quali tranquillità e karma – decisamente l’argomento preferito dal classico studente noioso e fuori corso che tutti cercano di evitare alla caffetteria dell’università. Per questo motivo è stato con grande scetticismo che ho accettato l’offerta di scrivere questo articolo – intendo dire, cosa pensereste voi altri se vi chiedessero di fare una dannata intervista a un lama?
Il mio scetticismo era comunque totalmente fuori luogo. La conversazione avuta con questo importante leader spirituale non solo è stata educativa ma anche piacevole. Si è rivelato alla mano, affascinante, affabile (d’altronde i buddhisti sono conosciuti per essere “felici”) e una della poche persone che sono riuscite a mantenere alto l’interesse di un consumato scettico come il sottoscritto parlando di religione.
Lontano dall’essere un profeta ritirato dal mondo o un esempio di ascetismo, Lama Ole è un uomo che ha sempre vissuto la vita a pieno. E se da giovane questo significava brancolare verso la spiritualità in una nuvola di fumo di marijuana, da adulto significa invece qualcosa di completamente diverso.
Fu nel 1968 che lui e sua moglie Hannah scoprirono il buddhismo, e nonostante la sua vita da quel momento sia cambiata in modo radicale, non ha mai perso la vena teatrale e continua ad avere la stessa incredibile energia che aveva negli anni scatenati della sua giovinezza. Tuttora una della sue passioni è correre ad una velocità superiore a quella normalmente considerata necessaria sulla sua BMW RS1100, che per chi non è aggiornato è ancora più veloce e accessoriata della Bat-Mobile.
In realtà tutto questo non è per nulla sorprendente visto che “mobilità” è la parola chiave nella vita di Lama Ole Nydahl. Negli ultimi 22 anni ha girato la maggior parte del globo creando almeno 160 centri buddhisti del lignaggio Karma Kagyu. I suoi spostamenti lo hanno portato in Perù, Russia, Giappone. La prossima settimana arriverà in Inghilterra per una conferenza introduttiva al buddhismo, nella speranza di far nascere sufficiente interesse tanto da fondare il centro numero 161.
Mi sono incontrato con lui in Spagna e l’ho punzecchiato con alcune domande su donne, alcolici e, sì, avete indovinato, anche sul buddhismo.
Posso iniziare chiedendole se era un tipo religioso da bambino?
No, sono sempre stato sicuro del fatto che il modo migliore per perdere il lato divertente della vita fosse diventare religioso… pensavo fosse una prescrizione medica per l’impotenza e per la mancanza di alcun divertimento… I danesi non sono molto religiosi – per noi santo ha un significato molto simile a noioso.
Quindi come ha scoperto il buddhismo?
Abbiamo scritto un libro intitolato “Entering the Diamond Way” (pubblicato in italiano col titolo “La Via di Diamante”, ndt) raccontando come è accaduto il tutto… erano gli anni Sessanta – pensavamo che si potesse alterare la mente chimicamente… ehm… intendo dire in modo da averne beneficio e quindi andammo in Nepal per procuraci dell’hashish e portarcelo a casa. negli anni seguenti i nostri amici iniziarono a morire e ci rendemmo conto che quella non poteva essere la strada giusta. Continuammo esteriormente a mantenere lo stesso stile e questo è stato il nostro punto di incontro con il buddhismo.
È stato subito convinto dal buddhismo?
Sono stato immediatamente convinto dalle vibrazioni delle persone, dal fatto che i ‘grandi’ lama erano davvero grandiosi. Non c’era dubbio, tutti potevano percepirlo, anche gli animali che si avvicinavano a loro per ricevere una benedizione. Poi, in aggiunta, abbiamo iniziato ad interessarci agli insegnamenti perché ci accorgemmo che non vi era nulla di personale e chiunque poteva accedere e sviluppare le stesse qualità. Ci siamo quindi fermati per tre, quattro anni sui monti dell’Himalaya imparando moltissimo per poi tornare in Occidente.
Come è cambiata la sua vita?
Oh, è cambiata in tutti i sensi. Prima facevo spesso a botte, combinavo un sacco di pasticci…
Una gioventù ribelle, insomma…
Mi piace ancora lanciarmi col paracadute, surfare veloce e così via, ma ora è differente… ora avere esperienze ‘al limite’ deve essere per il beneficio delle persone, non per danneggiarle. Inoltre c’è un ulteriore feeling associato. Penso che il buddhismo mi abbia portato compassione in modo massiccio o, per meglio dire, mi abbia permesso di accettare la compassione che già avevo.
Quando guarda indietro, si vede come una persona completamente diversa?
Dopo aver incontrato il buddhismo ci sentivamo molto diversi… ma i nostri amici non hanno mai pensato che fossimo cambiati più di tanto. Si pensa sempre di essere cambiati molto di più di quanto lo si sia fatto in realtà. I nostri amici in Danimarca pensavano che, beh, eravamo diventati buddhisti, ma di noi ci si poteva ancora fidare. La sensazione non era che fossimo tornati indietro completamente diversi. Non ho questa impressione.
Non ha mai messo in dubbio la sua fede?
No, non ho mai avuto dubbi… ho avuto dubbi sul fatto che le persone usino gli insegnamenti nel modo giusto, ma d’altronde essere buddhisti non è poi così difficile… devi credere che la mente sia chiara luce. Devi avere questa fiducia e io l’ho sperimentata direttamente, perciò non ho bisogno di credere in questa verità – so che è così.
Poi serve fiducia nel fatto che ci sia una meta che valga la pena di essere raggiunta, che ci sia una via per arrivarci e di potersi fidare degli amici lungo la via. Questo è tutto ciò che serve. Non ci sono vergini incinte e altre cose strane nel buddhismo!
Come è possibile usare il buddhismo nel modo sbagliato?
Semplicemente diventando rigidi riguardo il suo contenuto. Inoltre potresti mischiarlo con il cristianesimo o con qualche altro sistema. Potresti iniziare a pensare che il Buddha è un dio che cerca di forzarti a seguire i suoi comandamenti, mentre in realtà è semplicemente un amico che cerca di insegnarci come sviluppare il nostro potenziale.
Quindi hai uno sguardo critico verso il cristianesimo?
No, credo che sia un’ottima religione, e la ragione per cui non abbiamo contrasti è che attiriamo persone totalmente differenti. Nel cristianesimo si trovano persone che preferiscono avere un ‘padre’ o una qualche entità che dica loro cosa fare, mentre il buddhismo è utile per le persone che desiderano essere più indipendenti. Aiutiamo persone diverse fra loro e in entrambi i casi stiamo facendo un ottimo lavoro. Siamo buoni amici.
Il buddhismo ha delle regole da seguire?
No, si tratta di consigli. Il Buddha è nostro amico; non è un creatore, non è un giudice, non punisce, è nostro amico. Semplicemente cerca di aiutarci a realizzare la stessa esperienza che egli ha avuto. Quindi ci insegna cosa evitare per poter avere stabilità a livello interiore, come sviluppare compassione e saggezza e come identificarci con la chiara luce della nostra mente.
E cosa ci consiglierebbe di evitare il Buddha?
Ci consiglierebbe di evitare assolutamente di uccidere altri esseri, cosa che nessuno ama fare, di rubare, di mentire danneggiando in questo modo qualcuno. Cose di questo genere. Intendo dire, è si tratta di comune buon senso… molte cose, sia nel buddhismo che nel cristianesimo, non sono altro che buon senso… ciò che invece non è buon senso è opprimere le donne o fare guerre sante come avviene in altre religioni – questo non potrebbe essere sicuramente definito buon senso.
E si deve rinunciare a qualcosa diventando buddhisti?
Si possono perdere alcune nevrosi e si può perdere un po’ di confusione. Non si dovrà certamente rinunciare alla pinta di birra del pomeriggio, se se ne ha l’abitudine, e non si perderà la gioia di fare l’amore se lo si desidera fare. Non si perde nulla di tutto ciò.
Sì, in effetti tanti studenti sarebbero preoccupati all’idea di dover rinunciare alla birra e alle droghe.
Beh, per quanto riguarda le droghe consiglierei onestamente di evitarle, e ho avuto abbastanza esperienza sul campo per dirlo. Non esiste una droga che renda le persone felici. Si è felici per sei ore e poi ne rimaniamo a secco. Questa è la mia visione a riguardo.
Perciò, se il Buddha non è un dio è allora un essere umano?
Più di ogni cosa, il Buddha è nostro amico. È qualcuno che vede come funzionano le cose e questo lo mette al di sopra degli dei e di tutto il resto. Secondo la visione buddhista gli dei hanno ancora l’illusione di un ego, e fino a che l’avranno ne saranno condizionati e potranno perdere il loro livello di esperienza, mentre il Buddha ha dissolto l’illusione dell’ego e per questo sperimenta uno stato dal quale non è possibile ricadere.
Non esistono assolutamente esseri onnipotenti?
La tua mente rende possibile ogni cosa. Se non c’è un anello, un uncino non possiede da solo la capacità di fare nulla. Il Buddha dice che le forze compassionevoli dell’universo sono come degli uncini, ma se noi non siamo aperti, se non siamo degli anelli, gli uncini non possono fare nulla.
Cosa è, secondo te, la cosa più importante che hai guadagnato diventando buddhista?
Si guadagna il senso della vita, la sensazione di non diventare solo più vecchio ma anche più saggio. Si ha la sensazione di poter comprendere le cose… il comportamento degli esseri, che desiderano la gioia e vogliono evitare la sofferenza. Si percepisce che si diventa sempre più lo specchio e non si è più così distratti dalle immagini in esso riflesse. Si diventa la consapevolezza stessa, e questa è davvero una sensazione meravigliosa. Si diventa un cane di grossa taglia che non ha bisogno di abbaiare. I cagnolini hanno sempre bisogno di abbaiare, tutti invece sanno che il cane grosso ottiene ciò che vuole senza agitarsi.
Posso cambiare discorso e fare una domanda sulle relazioni? Che tipo di sessualità si predilige nel buddhismo?
Beh, io direi che le relazioni eterosessuali sono le più felici. Per quella che è la mia esperienza se si adottano stili di vita estremi, e si è parte di una minoranza le emozioni disturbanti come la gelosia e la rabbia sono generalmente più forti. Dal punto di vista della mente è probabilmente più facile essere eterosessuali, perché la vita sessuale è come uno stomaco ben funzionante. Non lo senti, non fa male e lavora in modo indipendente. Ma se si è omosessuali si può comunque praticare il buddhismo. Forse ci sono alcune pratiche che potrebbero essere più difficili. Come le pratiche yogiche, ma per tutto il resto non ci sono problemi.
Si può essere coinvolti affettivamente con più di una persona?
È una questione assolutamente culturale. Ci sono culture come quella degli eschimesi per le quali è una questione di ospitalità il fatto di ricevere per la notte la compagnia della moglie del padrone di casa; ci sono invece altre culture retrogade nella quale le donne vengono investite per la strada perché non possono vedere le auto quando attraversano perché indossano delle tende al posto dei vestiti. Intendo dire, il Buddha era abbastanza intelligente da rimanere al di fuori dalle camere da letto della persone. Il senso dei consigli dati dal Buddha per quanto riguarda la vita sessuale è di evitare di mettersi nei guai. Quindi il Buddha in realtà ci suggerisce: comportati come ci si aspetta e se sei troppo bizzarro, non farlo vedere, non rendere la tua sessualità causa di problemi.
Ha voglia di venire in Inghilterra?
Non vedo davvero l’ora di venire in Inghilterra e anche di assaggiare un po’ delle vostre birre mild ale che mi piacciono molto.
Ti ricordi la birra inglese?
Sì, e anche i pub storici, ovviamente… e la splendida gente inglese… è questo che non vedo l’ora di rivedere. Il resto lo si può trovare anche in altri posti.
Per finire, quale sarebbe il suo messaggio per una persona che sta pensando di diventare buddhista?
Direi semplicemente di provarci e di osservare le proprie reazioni a due affermazioni. La prima è che tutto è un sogno e la seconda è che la natura della propria mente è spazio aperto. Se ci si sente a proprio agio con queste due affermazioni, allora si dovrebbe diventare buddhisti, se invece non ci si trova bene, allora no… si potrà essere più felici con una qualche visione materialistica o che preveda un dio che ci dice cosa fare.
Quindi, se siete indipendenti e con una mentalità aperta, venite a sentire la conferenza di Lama Ole Nydahl alla Fisher Building, St John’s College, il 31 ottobre alle 19.00 – entrata 1.00£. Sarà sicuramente divertente e magari illuminante.
[estratto da una intervista alla rivista universitaria Varsity, 1994]