Quanto bisogna studiare e quanto bisogna praticare ciò che si è studiato? Qual’è il rapporto fra studiare e meditare? Alcune persone pensano che per loro studiare non sia importante, perché è una cosa noiosa, mentre altri si chiedono se sia possibile meditare senza sapere quel che si sta facendo, senza studiare. Poi a volte si studia intensivamente e magari non si medita mai; ma non si ottengono buoni risultati. Dobbiamo scoprire esattamente qual’è il giusto equilibrio. Ognuno deve scoprirlo per se stesso, individualmente, ma posso fornire qualche indicazione generale. Il Buddha ha detto che dovremmo sviluppare tre saggezze: la saggezza dello studio (ascoltare), la saggezza della riflessione (pensare a quello che si è imparato) e anche la saggezza della meditazione.
Prima di tutto è necessario ottenere informazioni, imparare un sacco, e sapere veramente che cosa si fa quando si medita. Poi questa enorme massa di informazioni dovrebbe essere verificata e relazionata con quello che si sa già; questo si chiama riflettere. Significa pensarci sopra, controllare attentamente, decidere che cosa è utile per noi e che cosa è meno utile, poi trarre conclusioni corrette da ciò che si è imparato. Anche questo è importante perché certe informazioni non sono utili e non sono molto pratiche. Qualsiasi cosa il Buddha abbia insegnato è pratico e dovrebbe essere applicato e usato per diventare un Buddha.
Il secondo aspetto, la riflessione, è assolutamente importante e bisogna andare a fondo sotto la superficie per vedere che non è importante solamente la quantità di informazioni. Al giorno d’oggi c’è sempre un sacco di informazione, di tutti i tipi, ma dobbiamo essere consapevoli della sua qualità e dobbiamo controllare il suo effettivo significato. Questo diventa sempre più difficile perché la quantità di informazione che ci arriva sta crescendo con una rapidità incredibile. Ci sono così tante cose che fluiscono verso di noi, tramite internet e tramite tutti gli altri mezzi di comunicazione, e molto spesso non c’è tempo per scoprire che cosa è veramente importante e che cosa possiamo tranquillamente lasciar perdere. Il tempo per riflettere e ragionarci un po’ sopra è sempre troppo breve.
Però questo processo è assolutamente necessario per poter arrivare a una profonda esperienza di ciò che si è imparato; altrimenti si tratta solamente di informazione in arrivo che rimane in superficie e non cambia veramente in alcun modo la nostra mente e non scende giù dal cervello al cuore. L’applicazione di ciò che abbiamo compreso, di ciò su cui abbiamo riflettuto, è la pratica di meditazione.
Le tre saggezze di studio, riflessione e meditazione devono essere applicate assieme, sono necessarie tutte tre. Potreste pensare che questo sia un insegnamento molto tradizionale, ma potete anche notare che Lama Ole insegna in questa maniera. Ogni sera, egli conferisce istruzioni, noi ascoltiamo e impariamo da lui, poi ci invita a fare domande in modo da farci riflettere su ciò che ha insegnato, per rivederne il significato e cercare di comprendere profondamente, e infine meditiamo. La forma è molto tradizionale, molto classica, ma il modo in cui è presentata è molto moderno.
Questi tre aspetti sono assolutamente necessari; altrimenti come potremmo fare per giungere a un’esperienza profonda? Abbiamo studiato molte cose a scuola e nelle università, abbiamo passato metà della nostra vita in quegli istituti; perfino troppo, ci può capitare di pensare, a volte. Proprio per questo è importante usare tutti e tre questi aspetti e bisogna farlo in un equilibrio che sia quello giusto per ogni individuo.
Manfred Seegers, 2003, Karma Guen