La maggior parte di noi pensa che la libertà sia poter dire e fare quello che si vuole. Pensiamo che la libertà dipenda da circostanze esterne. Pensiamo che, se non possiamo fare ciò che vogliamo, ciò sia in gran parte dovuto ai limiti che la società ci impone.
Quindi, naturalmente, pensiamo che gli “altri” siano i nemici della nostra libertà. In tal modo, creiamo una prospettiva dualistica e di conseguenza la libertà diventa soprattutto una questione legata allo sfidare i nostri nemici, i nostri avversari… e a sopraffarli.
Ma poi, dopo un certo tempo, potremmo avere qualche dubbio e potremmo cominciare a chiederci: “È veramente questa la libertà?” La natura stessa di tale prospettiva esteriore fa sì che dubbi di questo tipo continuino a manifestarsi, perché diventa una questione senza fine; perché non si affronta mai la sua reale origine. Quindi, come si fa a trovare effettivamente la vera libertà?
Secondo me, il punto di vista buddhista è così interessante perché affronta direttamente il nocciolo del problema. Si focalizza non solo sui fenomeni esterni, ma anche sulla prospettiva interiore, sul cercare di conoscere noi stessi.
In questo istante possiamo pensare di essere liberi, di fare ciò che vogliamo, ma in effetti non lo siamo. Siamo totalmente dipendenti da così tante cose.
Prima di tutto siamo dipendenti dal cibo, per un fatto naturale perché, se si diventa seriamente denutriti, ci si può ammalare e si può arrivare a compiere azioni che poi si rimpiangeranno. Quindi, già a questo livello primordiale, siamo dipendenti.
Ma non finisce qui. Perfino nelle nostre società moderne ed evolute, dove così tante necessità fondamentali sono già soddisfatte e dove non ci dobbiamo preoccupare per la maggior parte di tali bisogni umani di base, siamo lo stesso dipendenti.
Soprattutto siamo dipendenti dalle nostre emozioni. Per esempio, ogni volta che abbiamo paura ci affidiamo in modo naturale alla rabbia come sostegno, perché la rabbia sembra essere l’unico modo in cui ci possiamo difendere – e così, ancora una volta, siamo dipendenti.
Perciò, se ci soffermiamo un attimo a pensarci, giungiamo alla realizzazione che non abbiamo alcun controllo su moltissime cose e a quel punto ci possiamo rendere conto di quanto impotenti siamo effettivamente.
Allora, chiediamoci nuovamente: come si fa a ottenere autentica libertà? Nel buddhismo, il potere della libertà risiede nel controllare ciò che si fa, non nell’azione in sé. La genuina libertà consiste nell’ottenere il controllo su se stessi; ottenere controllo su corpo e parola, inizialmente, ma soprattutto sulla nostra mente.
Da questo punto di vista, la libertà deriva dal conoscere la nostra mente, conoscere la reale radice dei nostri problemi, la reale radice dei nostri ostacoli. Questo in sostanza implica affrontare l’idea stessa del sé – perché in effetti è proprio da lì che partono tutti i tipi di sfida.
Io ritengo che persone, spirituali e non-spirituali, disposte a lavorare sodo e a fare sacrifici per il beneficio altrui abbiano un reale potenziale per ottenere la libertà. Persone del genere sono in grado di dedicare lavoro fisico, energia mentale e tempo a qualunque cosa vogliano raggiungere e, grazie a questa forza interiore, se si verificano le condizioni giuste, i metodi adeguati e un percorso genuino, esse sono molto vicine all’effettiva libertà .
La vera libertà è la libertà totale dentro te stesso, l’ottenere controllo del tuo corpo, parola e mente. Così, in maniera quasi indipendente dalle circostanze esteriori, sei felice. Puoi fare cose con totale convinzione.
Per quel che riguarda il corpo, questa messa a fuoco interiore significa, per esempio, tenere d’occhio la tua dieta, aver cura del tuo corpo e fare altre cose che ti rendono meno vulnerabile a malattie e ti aiutano a evitare molti problemi fisici. Ma questo è solamente il primo passo.
Poi, la parola è molto importante. Dobbiamo comunicare, non ci sono alternative al riguardo. Quindi la parola deve avere una certa abilità, è importante apprendere i modi e le tecniche della comunicazione e come fare a trasmettere il tuo messaggio in maniera adeguata.
Infine, e più importante di tutto, la vera libertà esiste nei tuoi pensieri, nella tua mente. Ogni azione – buona o cattiva che sia – viene in ultima analisi decisa dalle tue intenzioni e dal tuo modo di vedere le cose. Quindi il fattore mentale è molto, molto importante.
Perciò, al fine di ottenere la libertà, è necessaria un’autodisciplina del tuo corpo, parola e mente. Facendo così, si ottiene molta più libertà di quanto potresti credere.
In tal modo, la disciplina non significa limitare te stesso, al contrario, disciplini te stesso al fine di ottenere libertà.
Quando controlli il tuo ego o il tuo “sé”, hai tutta la libertà del mondo. Prima di tutto, realizzi la natura dell’ego e, avendola realizzata, non hai più un ego che può essere ferito o di cui vergognarti.
La vera libertà viene dalla conquista del “sé”, l’autentica radice dei nostri ostacoli, dei nostri problemi personali e globali. Io trovo molto interessante affrontare il “sé”. È liberatorio lavorare sulle esperienze interiori, un campo in cui è possibile fare così tanto, anziché concentrarci solamente sulle circostanze esteriori, su molte delle quali non abbiamo alcun controllo. Tutte le sfide hanno origine nel loro “sé”. Che tu possa trovare in te stesso la libertà che desideri.
XVII Gyalwa Karmapa Thaye Dorje, 15 agosto 2013