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Sia che i conquistatori del passato, presente e futuro appaiano o non appaiano, sia che gli animi nobili lo realizzino o non lo realizzino, sia che i buddha lo raggiungano o non lo raggiungano, sia che i commentatori lo spieghino o non lo spieghino, questa pura luminosità della vera natura – libera da elaborazioni concettuali – è primordialmente naturalmente presente, senza né crescita né decrescita.
I mondi si formano entro puro spazio e sono distrutti da fuoco ardente, venti devastanti, e così via. Sebbene tale distruzione si verifichi nel corso di molti incalcolabili eoni, lo spazio rimane indisturbato, mai alterato, e mai crescente o decrescente.
C’è oscurità quando la primordiale brillantezza del sole è completamente oscurata da nubi, e c’è luminosità quando le nubi svaniscono. Nonostante questo apparente incremento e decremento, è impossibile che l’essenza del sole aumenti o diminuisca. L’immutabile Dharmakaya, lo Stato di Verità, che è presente alla stessa maniera, non è altro che la tua stessa mente. Tutta la varietà di samsara e nirvana sorge nella mente. Le sofferenze del mondo e dei suoi esseri sorgono da confusione causata dall’erronea illusione di non comprendere la tua stessa mente.
Quando hai la comprensione definitiva della tua stessa mente, ci sarà grande gioia estatica e l’infinita saggezza del nirvana. Tutto si manifesta dalla tua stessa mente. Quando riconosci la vera natura della tua mente, conoscerai la vera natura di tutti gli esseri. Conoscendo questo, conoscerai il nirvana e tutti gli altri fenomeni. Conoscendo tutti i fenomeni, potrai trascendere tutti i tre stati di esistenza: con desiderio, con forma o senza forma. Conoscendo una cosa sola, diverrai saggio in tutto. Estirpando le radici naturalmente foglie e petali appassiscono. Quindi, devi ottenere certezza solamente nella mente.
Questa vera natura della mente, il seme di tutto, primordialmente identica alle menti di tutti i conquistatori e dei loro figli, è presente come il Dharmakaya senza nascita.
È immateriale, auto-conoscente, e auto-illuminante. Non è una cosa: non ha colore, forma o dimensioni. Non è nulla: tramite condizioni, appare come tutto. Non è permanente: è vuota per natura. Non è non-esistente: la sua natura è immutabile auto-illuminazione. Non è un sé: quando la si esamina non ha essenza. Non è priva di sé: è il grande sé della libertà da elaborazioni. Non è negli estremi: non ha alcuna fissazione. Non è la via di mezzo: è priva di qualunque dipendenza. Non la si può identificare con nomi e simboli di esempi. Non ha alcun esempio: è come lo spazio. Non è nelle parole: non la si può descrivere a parole. Non è priva di parole: è la causa di tutte le espressioni.
Non la si può raggiungere attraverso parole come esistenza e non-esistenza, verità e falsità, vuoto e non vuoto, pace e niente pace, elaborato e non elaborato, concepibile e inconcepibile, felicità e sofferenza, percepibile e impercepibile, duale e non-duale, oltre l’intelletto e non oltre l’intelletto, privo e non privo, esistente e non-esistente, puro e impuro, presente naturalmente e non presente naturalmente.
Non importa quanto siano profonde le parole usate e quanti sinonimi siano impiegati, è comunque impossibile indicare con esattezza la vera natura della mente.
Per quanto saggio tu sia, per quanto profonde siano le tue analisi, anche se tu la descrivi per molti incalcolabili eoni, sarà comunque impossibile realizzare la vera natura della mente in tal modo, perché la sua condizione naturale non è un oggetto per analisi.
Per quanto attentamente tu possa provare a setacciare i pianeti e le stelle che appaiono riflessi sulla superficie di un lago, è impossibile catturare anche solo un pianeta o una stella perché quei pianeti e stelle sono cose inesistenti.
Per quanto a lungo tu possa usare parole per descriverla, non importa quali termini raffinati tu usi, essi non sono la vera natura. Per quanto a lungo tu possa analizzare con la tua mente, non importa quanto profonda sia la tua comprensione, quella non è la vera natura.
Finché c’è la dualità di vedente e visione, è impossibile realizzare la vera natura non-duale.
In breve, il pensare che le cose “sono” è la radice dell’attaccamento a tutte le cose. Dalla radice dell’attaccamento si sviluppa tutto il samsara.
Se tu la identifichi pensando “è vacuità”, o pensando “è senza segni e senza aspirazioni”, pensando “è non identificabile”, pensando “è completamente pura”, pensando “è senza nascita”, pensando “è impercepibile”, pensando “non ha alcuna natura”, pensando “è senza elaborazioni”, pensando “non è un oggetto per analisi dialettiche o mentali”, pensando “è non creata e naturalmente presente”, e così via; per quanto profondi possano essere questi pensieri, il nostro riconoscimento della vacuità non trascenderà la concettualizzazione di una mente arrogante. L’attaccamento ai concetti conduce a una caduta in stati inferiori e a una continua maturazione di karma generato da azioni inferiori.
Se la condizione cronica del samsara non viene curata, la malattia continuerà a presentarsi. I praticanti che hanno visioni create dal loro intelletto rimangono cronicamente ammalati di attaccamento alla settarietà. Bisogna avere la conoscenza innata che è libera da pensiero.
È impossibile che perfino Shakyamuni potesse vedere ciò che è descritto qui: “Ci sono abbellimenti con significato provvisorio, mentre questo è il significato definitivo, la vera natura”.
Anche quello che sto dicendo ora non può sondarne la profondità. Capite che è come un dito che indica la luna.
Se capite questo, parole e terminologia non saranno oscure; voi non sarete macchiati dalle colpe delle parole. Perciò, pur senza abbandonare parole e analisi, evitate di avere un attaccamento arrogante al loro significato.
La vera natura della tua stessa mente pervade tutti gli esseri – incluse le loro afflizioni, pensieri, aggregati, basi ed elementi sensoriali – e tutti i mondi – includendo terreno, pietre, piante e alberi.
In breve, pervade tutto senza eccezioni, incluse le cose interiori ed esteriori. Questo pervadere è privo della dualità di ciò che pervade e ciò che è pervaso: è la manifestazione di una singola grande identità.
Tutti i pianeti e le stelle che sono apparsi riflessi sulla superficie di un lago sono pervasi dal lago, da cui non possono essere separati. Tutte le onde che si muovono sull’acqua sono pervase dall’acqua e ne sono inseparabili.
I movimenti di miraggi nell’aria sono pervasi dall’aria e ne sono inseparabili.
Statue, gioielli, e così via, che sono fatti d’oro, sono pervasi di oro e ne sono inseparabili.
Rappresentazioni dei sei tipi di esseri fatte di melassa, sono pervasi dalla melassa e ne sono inseparabili. Lo spazio non è separato da un arcobaleno; un arcobaleno non è altro che spazio. L’arcobaleno è spazio, e spazio è l’arcobaleno. Non sono separati; sono inseparabili e indivisibili.
Allo stesso modo, la mente e la varietà di apparenze sono inseparabili. La mente e vacuità sono inseparabili; vacuità e gioia estatica sono inseparabili, una uniformità. Allo stesso modo, esistenza e nirvana sono inseparabili.
Questa mente pervasiva è la Mahamudra, il Grande Sigillo. La sua natura è vuota, quindi non c’è nulla da identificare. La sua caratteristica è chiarezza – la cognizione mentale può manifestare ogni cosa. La sua essenza è loro inseparabilità, l’unità della mente adamantina. La mente preziosa è fonte di innumerevoli qualità. È inesauribile, imperitura, indistruttibile, e nessuno la può rubare, questa mente che è la tesoreria dello spazio, la mente che è pura come cristallo, mai appannata da macchie o imperfezioni.
La mente è come la fiamma di una lucerna: è auto-conoscente e auto-illuminante. La mente ha l’essenza dell’illuminazione: ha la natura della luminosità. La mente è come un fiume: è un costante continuum. La mente è come spazio: non c’è nulla che possa essere identificato.
È una mente di saggezza immateriale, completamente trasparente, come un recipiente pulito pieno d’acqua.
La mente, da cui sorgono tutte le apparenze che risultano dalle propensioni personali, è come la superficie di uno specchio lucidato e senza macchie.
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Lama Zhang (1123-1193)
[tratto da “The Ultimate Supreme Path of Mahamudra” in: Mahamudra and Related Instructions: Core Teachings of the Kagyu Schools, pag. 83-134; translated by Peter Alan Roberts ©2011 Wisdom Publications (Boston)]